recupero Polluce

Il Polluce era un piroscafo lungo circa 50 metri, costruito nel 1839 in Francia.

Il 17 giugno 1841 era in navigazione nelle acque dell’Isola d’Elba, quando a seguito della collisione con il piroscafo Mongibello, affondò nelle acque di Porto Azzurro, in 103 metri di fondale.

Il Polluce trasportava un vero e proprio tesoro, ma non dichiarato nella polizza di carico, di gioielli, monete d’oro e d’argento, suppellettili varie. Immediatamente dopo il naufragio, l’armatore Raffaele Rubattino cercò di recuperare il relitto. Ma il tentativo fallì miseramente.

Su questo tentativo di recupero esiste un libretto scritto da Cesare De Laugier, colonnello napoleonico ma elbano di nascita, dal titolo Brevi cenni storici, di un testimone oculare, al tentato recupero del piroscafo sardo “Il Polluce”, ediz. G. Sardi del 1841.

Il tempo passò e del Polluce si perse la memoria, fino al 1992 quando venne individuata sul fondo la sagoma di quella che poteva essere il suo relitto.
Nel 2000, un gruppo di inglesi bene informati e determinati a fare razzia, organizzò una spedizione non autorizzata sul Polluce: utilizzando una benna manovrata da una gru posta su un rimorchiatore, distrussero la parte superiore del relitto e, nella più completa illegalità, ma senza alcun controllo da parte delle autorità, recuperarono gran parte del carico per rivenderlo tramite una casa d’aste in Gran Bretagna.

Ma nel 2002 i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, in collaborazione con le Autorità britanniche, riuscirono a recuperare gioielli, monete d’argento e d’oro e altri reperti, che stavano per essere battuti all’asta sul mercato londinese, mentre i razziatori andarono sotto processo a Portoferraio.

Buona parte del carico era però ancora nelle stive del Polluce, a 103 metri di profondità. Il recupero del rimanente carico del piroscafo sarebbe stata cosa possibile, ma problemi economici da parte della Soprintendenza Beni Archeologici della Toscana non lo avevano ancora permesso.

A questo punto è entrata in campo HDS italia, in rappresentanza di una cordata di sponsor privati (Marine Consulting – CNS Coop. Nazionale sommozzatori – Capmar Studios) ai quali, in seguito, si è aggiunto in qualità di co-sponsor il Comune di Porto Azzurro.
Sulla base di un contratto registrato a Firenze l’8 agosto 2005 ,stipulato tra la Sovrintendenza ai Beni Archeologici della Toscana e  HDS Italia, gli sponsor hanno realizzato, a proprie cura e spese, l’operazione di recupero. L’operazione si è svolta con la tecnica dell’immersione in saturazione, fino a quel momento riservata solo al mondo dell’Off-Shore. L’Operazione “Recupero Polluce” si è svoltanel mese di ottobre 2005.

Sulla vicenda del Polluce e del lavoro di recupero del suo tesoro la Capmar Studios del nostro associato Pippo Cappellano nonché uno degli sponsor, ha realizzato per conto dell’Istituto Luce il bellissimo DVD dal titolo “L’enigna del Polluce”.

Nei pdf, troverete diversi articoli inerenti ai dettagli della travagliata storia di questo relitto, numerosi fatti di cronaca, nonché le foto dei principali ritrovamenti effettuati.


PER APPROFONDIRE:

Foto recupero Polluce