“Sirene di Sicilia”, a cura di Ninni Ravazza, Magenes editore, Milano 2010.
Finalista del Premio “Sanremo Mare” 2011 il volume chiude la trilogia sui miti del mare realizzata dalla Pro Loco di San Vito lo Capo (Trapani): “La terra delle tonnare” nel 1999, “Un fiore dagli
abissi. Il Corallo” nel 2002, “Sirene di Sicilia” nel 2006: convegni che si sono tradotti in altrettante pubblicazioni. Le prime due – tonnare e coralli – edite dalla stessa Pro Loco, la terza – le Sirene – dall’editore Magenes di Milano, che le assicura una distribuzione nazionale.
Si tratta di un libro “corale”, che contiene i contributi di diversi autori, studiosi che della sirena hanno dato la loro personale lettura a seconda della rispettiva specializzazione: si va dall’antropologia alla biologia marina, dall’ arte alla letteratura, dalla psicanalisi alla cinematografia, dalle esperienze dei pescatori a quelle di chi oggi più di altri impersona il mito della sirena: la donna subacquea. La foto di copertina è di Melo Minnella, uno dei maggiori fotografi italiani. La Sicilia è la terra dei miti e dei riti, qui più che altrove tutto si tiene, nel tempo e nello spazio; e il mare con le sue leggende è il meraviglioso collante che unisce le nostre storie e la nostra storia.
E quella delle sirene è fra le leggende più belle del mare siciliano – il mare di Messina soprattutto – anche se in origine la costa sorrentina era stata individuata quale dimora delle Signore del Canto. Ma poi il fascino, anche tenebroso se vogliamo, dello Stretto di Messina ha fatto sì che queste rive, con i loro mostri Scilla e Cariddi, divenissero il luogo delle sirene per eccellenza.<--break->
La figura della sirena nasce con Omero e l’Odissea, l’opera fondante della narrativa occidentale: sono esseri metà donne e metà uccello, eppure vivono sulle coste marine; col loro canto (e la musica) attirano in disgrazia i marinai. Sono dunque apportatrici di rovina per gli uomini.
Solo nel medioevo l’iconografia della sirena muta, e da donna/uccello diviene donna/pesce: perché? Secondo gli studiosi la metamorfosi avviene per svariati motivi, anche per interventi da parte della chiesa, ma è innegabile che a seguito degli aumentati traffici marittimi gli avvistamenti sempre più frequenti di mammiferi marini (foche, trichechi, lamantini, delfini) abbiano favorito la trasformazione, sia nell’immaginario collettivo, sia nell’arte.

Ma perchè la sirena, pur nelle sue trasformazioni, ha sempre avuto tanto fascino per l’uomo, tanto ascendente? Fino a simboleggiare il richiamo verso mete sconosciute – fisiche e metafisiche, reali e immaginarie – spesso fonte di pericolo quando non di morte certa per l’uomo che ne è attratto?
Le motivazioni, ovviamente, sono molteplici e spesso contrastanti, e ne trattano i vari saggi contenuti nel libro